Traslazione di san Pio da Pietrelcina

 

Conclusa la cerimonia di traslazione di san Pio da Pietrelcina. L’urna contenente le reliquie del santo è stata trasportata in processione dalla chiesa di santa Maria delle Grazie alla chiesa nuova da 12 frati su un carro appositamente preparato per il grande evento. Oltre 5.000 i fedeli provenienti da tutta Italia, e anche stranieri, che hanno riempito gli spazi intorno al santuario di San Giovanni Rotondo. Da oggi si potrà visitare Padre Pio nella nuova cripta sottostante la chiesa progettata da Renzo Piano.

Una cripta che è stata spesso “criticata” per la sua dirompente foggia ma che conserva un indubbio valore artistico. I mosaici all’interno sono del sacerdote sloveno padre Marko Rupnik e rappresentano significati profondi e di alto valore culturale.

La traslazione è avvenuta, dunque, il 19 aprile, quinto anniversario del pontificato dell’attuale papa. “Al papa Benedetto XVI – ha dichiarato Michele Castoro, vescovo della diocesi locale – desideriamo esprimere la nostra solidarietà e vicinanza confermando i nostri vincoli di affetto devoto e di profonda comunione.“ Il vescovo – spiegando i fatti – ha poi continuato dicendo: “Per antica tradizione, divenuta obbligo con il secondo concilio di Nicea, nell’altare vengono collocate le reliquie dei martiri. Ecco perché abbiamo voluto unire questo rito con la traslazione del corpo di san Pio da Pietrelcina che, dopo essersi offerto come vittima al signore, è divenuto martire sino alla fine dei suoi giorni.”

 

 

Il sarcofago
L’urna è ornata da 16 tipi diversi di pietre dure e riprende il tema della costruzione della chiesa: i rettangoli di argento martellato di varia forma simboleggiano le pietre vive con cui è costruita la chiesa riprendendo la quarta strofa dell’inno di dedicazione della chiesa in cui si dice: “Chiesa beata, dimora di Dio tra gli uomini, tempio santo, costruito con pietre vive sul fondamento degli Apostoli, in Gesù Cristo, fulcro di unità e pietra angolare.” Per esprimere ciò il sarcofago ha la forma di una chiesa, sostenuta da 12 contrafforti che significano i 12 apostoli, ognuno dei quali è ornato da sette pietre diverse che rappresentano i sette doni dello Spirito Santo. Il sarcofago è stato realizzato in rovere di Slavonia dall’artigiano sangiovannese Raffaele Mischitelli e rivestito dal francese Goudji.

Il carro
Il carro è stato rivestito da una stoffa, formata da diversi tipi di filamento, realizzata dalla ditta “Sirio” di Bergamo che ha riprodotto fedelmente la portantina con cui i frati trasportarono il corpo di san Francesco dalla chiesetta della Porziuncola fino a quella di san Giorgio dove ebbe una prima sepoltura.

La croce
In corrispondenza della testa di Padre Pio c’è una croce, idealmente posta sulle sue spalle. Non è più una croce segno di passione, ma una croce gloriosa, gemmata. Per tutta la vita il santo cappuccino ha portato la croce della sofferenza, che ora è divenuta gloriosa. Ed è la sua croce. Per questo l’artista ha inserito al centro di essa un’immagine del volto di Padre Pio. Nel vangelo, infatti, Gesù invita chi vuol seguirlo a prendere la sua croce. Goudji ha scelto un volto giovanile del santo. E il volto è dell’anno in cui Padre Pio ricevette le stimmate. Non quello, più conosciuto e riprodotto degli ultimi anni della sua vita. E’ un volto giovane perché un santo è sempre giovane nella prospettiva escatologica dell’eterna giovinezza.

Padre Marko Ivan Rupnik (autore dei mosaici nella cripta)
Nasce nel 1954 in Slovenia. Nel 1973 entra nella compagnia di Gesù. Dopo filosofia studia all’accademia delle belle arti di Roma. Studia teologia alla Gregoriana dove consegue il dottorato in missiologia. Diventa sacerdote nel 1985. Dal 1991 vive e lavora al pontificio istituto orientale, “Centro Aletti”. Dal 2006 è componente dell’accademia europea delle arti e delle scienze.
 

Nella foto: la cripta della chiesa di san Pio

 

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