BITREL

«Il progetto di base di BITRel è valido perché vuole unire diversi attori sul territorio. BITRel va nella direzione di creare una visione d’insieme per elaborare una proposta globale. Ora auspichiamo che tutto il territorio risponda secondo le intenzioni seminate da questa edizione della borsa del turismo religioso, che è anche ricoperta dei pellegrinaggi e dei cammini». Queste le parole pronunciate da padre Caesar Alimsinya Acuire, amministratore delegato di Opera Romana Pellegrinaggi che, con il suo intervento ha concluso, i lavori del convegno “La Via Francigena del Sud e i Cammini d’Europa”, ospitato nell’auditorium del convento delle Clarisse a Monte sant’Angelo, nell’ambito della prima edizione di BITRel.

Il convegno ha concluso la giornata di lavori ospitata dal Comune di Monte sant’Angelo e aperta dalla conferenza stampa, svoltasi nel castello, per la presentazione della mostra “l’Arcangelo, i Bizantini e i Longobardi”. Gli antichi spazi del castello hanno anche ospitato la sessione del secondo workshop, dove i buyer hanno incontrato gli albergatori, le agenzie e gli operatori del settore. Grande successo di pubblico per gli incontri di Monte sant’Angelo. Come ha ricordato il sindaco della città, Andrea Ciliberti, e sottolineato l’assessore al Turismo, Antonio Mazzamurro, le peculiarità storico, culturali e gastronomiche del territorio fanno ottima sponda alla motivazione religiosa e, quindi al cammino devozionale, che spinge i pellegrini a recarsi nella Grotta dell’Arcangelo Michele.

Motivazioni e cammini che sono stati al centro del dibattito nel convegno dedicato alla Via Francigena, moderato da Federico Massimo Ceschin, responsabile del progetto BITRel, e introdotti dai saluti del sindaco di Monte sant’Angelo, Andrea Ciliberti, del sindaco di S. Giovanni Rotondo, Gennaro Giuliani, dell’assessore provinciale alle Attività produttive, Pasquale Pazienza e del commissario del Parco Nazionale del Gargano, Stefano Pecorella.

Ceschin ha ricordato che «BITRel è un modello di integrazione territoriale e risponde anche alle rinnovate esigenze di programmazione turistica varate dalla Regione Puglia che, grazie all’azione dell’assessore Silvia Godelli, ha voluto cambiare la governance del turismo, puntando su qualità dell’offerta e sinergia dei territori». Per Giorgio Otranto, ordinario di Storia del Cristianesimo e delle Chiese dell’Università di Bari, «il recupero della Via Francigena avrà solo senso se saremo capaci di fare cultura storica, cioè non lavorando con parzialità, ma coinvolgendo tutte le possibili “ricostruzioni della Storia” di questo antico cammino di fede». Per padre Mario Villani, del Convento di San Matteo di S. Marco in Lamis, «la Via Francigena ha una valenza europea ed è un fattore di grande importanza per il territorio perché rappresenta un unico percorso che congiunge il convento di Stignano al Santuario dell’Incoronata, passando per san Matteo, san Pio, la Grotta dell’Arcangelo, Pulsano e san Leonardo. Questi luoghi di culto sono come grani di un rosario e fanno del Gargano un unico santuario. Allora ènecessario porre il pellegrino al centro di tutto, perché il turista arriva, visita, riparte e spesso non ritorna, il pellegrino invece torna sempre nei luoghi del pellegrinaggio».

I lavori del convegno sono proseguiti con l’intervento di Michele Del Giudice, rettore del Club Alpino Italiano di Foggia, che ha ricordato la straordinaria esperienza del Cammino di Santiago de Compostela, ma anche «la difficoltà di impostare nel 2010, in un territorio molto antropizzato come quello garganico, un cammino che risale all’anno Mille». Per Maria Carla Furlan del Ciset (Centro Internazionale di Studi sull’Economia Turistica) si tratta di essere capaci di realizzare un percorso da fruire culturalmente. Non ci possono essere troppe motivazioni. «O meglio», ha precisato Furlan, «il motivo religiose dev’essere prevalente sugli altri temi. Gli antichi pellegrinaggi avevano un punto di arrivo ma un cammino incerto. Il pellegrinaggio è scoperta, esperienza, ma anche valorizzazione del territorio, secondo quanto auspicato dall’Unione Europea». Parole riprese dall’assessore provinciale Pazienza che sottolineato la proposta della Provincia di Foggia che «va nella direzione della salvaguardia storica del territorio, finalizzata a portare i “camminatori” anche negli angoli più remoti della nostra provincia».

Infine, padre Caesar Alimsinya Acuire ha sottolineato la validità del modello BITRel «di mettere intorno a un tavolo persone che hanno idee diverse sullo sviluppo dei Cammini della Fede, ma che ora non è più tempo di convegni ma bisogna camminare, cioè iniziare a tradurre sul territorio la riscoperta delle antiche Vie, anche perché se arrivano più pellegrini ci sarà maggiore beneficio per il territorio. Ed è il territorio, con le sue offerte e le sue peculiarità, che farà il cammino, non le istituzioni, né tantomeno i convegni». Ha concluso padre Caesar «gli operatori locali devono mettersi d’accordo per dare una risposta alla disgregazione dei servizi presenti sul territorio. Mi auguro che a giugno, alla prossima edizione di Josp Fest, la Puglia si presenti con un’offerta integrata degli itinerari in modo da tradurre in pratica la glocalizzazione, cioè la capacità di pensare globalmente ma di agire localmente».

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