Energie rinnovabili e sviluppo aree rurali

Vendola incontra delegati Ocse, Organisation for Economic Co-operation & Development

Martedì 29 marzo 2011, ore 12.23

- “Noi abbiamo scelto la green economy come modello di sviluppo alternativo a quello distruttivo dei valori dell’ambiente. E in questo contesto, il rapporto tra energie rinnovabili e sviluppo rurale oggi è un argomento fondamentale da affrontare”. Lo ha detto il presidente della regione Puglia Nichi Vendola (nella foto) a conclusione della tre giorni di studio da parte dei numerosi delegati dei vari paesi coinvolti nel progetto proposto dall’OCSE (Organisation for Economic Co-operation and Development) “La produzione di energia rinnovabile come politica di sviluppo regionale delle aree rurali”.

Oggi molti paesi hanno la consapevolezza che la produzione di energia rinnovabile costituisce un’opportunità di sviluppo per le regioni rurali. Grazie alla produzione di energia verde, le aree rurali infatti hanno la possibilità di utilizzare il proprio patrimonio di fonti energetiche rinnovabili per creare posti di lavoro stabili e preziosi in settori emergenti, incoraggiare gli investimenti e migliorare il proprio capitale umano e sociale.

Nel corso del 2010 la Regione Puglia ha aderito al progetto finalizzato a conoscere e mettere a sistema le buone prassi internazionali sul tema energetico e la creazione di opportunità di crescita economica. Al progetto hanno aderito numerosi Paesi: il Canada (Québec, e Prince Edward Island), l’Olanda (Province of Fryslân), l’Italia (Puglia e Abruzzo), la Svezia, la Danimarca, la Norvegia, la Finlandia, il Regno Unito (Scozia), la Spagna (Extremadura) e gli Stati Uniti d’America. Il progetto mette in rete esperienze regionali in diversi paesi dell’OCSE. Oltre alla Puglia, fanno parte di questo network internazionale: Abruzzo, Fryslân (Olanda), Québec e Prince Edward Island (Canada), Extremadura (Spagna), Svezia, Norvegia, Danimarca, Finlandia, Scozia (Regno Unito), e quattro regioni negli Stati Uniti D’America.

Il progetto è articolato secondo un programma di lavoro che prevede un aggiornamento costante degli esperti coinvolti, anche attraverso il confronto diretto con i portatori di interesse di ogni singolo Paese, che si concluderà nel corso del 2012.

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