Casa Sollievo spiegata ai sangiovannesi

Crupi: “Ho come la sensazione che la grandiosità di quest’opera sia percepita meglio altrove che a San Giovanni Rotondo”

Mercoledì 22 giugno 2011, ore 10.33

- <<Perchè parlare di Casa Sollievo della Sofferenza ai sangiovannesi? Perchè ho come la sensazione che la grandiosità di quest’opera sia percepita meglio altrove che a San Giovanni Rotondo>>. Si è aperta con queste parole di Domenico Crupi, direttore generale della Casa Sollievo della Sofferenza, il convegno di ieri, martedì 21  giugno, nell’aula San Leonardo di piazza Padre Pio. Un incontro con l’obiettivo di informare i parrocchiani e i cittadini degli ultimi recenti sviluppi che stanno interessando l’ospedale di padre Pio.

Primo fra tutti il grande progetto di riorganizzazione funzionale dell’opera, perchè <<la Casa – ha continuato Crupi – ha bisogno di potenziarsi, di crescere nelle infrastrutture, di adeguarsi alle nuove normative e per questo siamo impegnati in un consistente attività di promozione che ci sta portando praticamente ovunque per incrementare relazioni e sostenitori, dagli Stati Uniti a Bruxelles, passando anche per le piccole sale parrocchiali come queste>>.

Alle parole di Crupi hanno fatto seguito quelle di Francesco Giuliani, giovane responsabile dell’Unità Innovazione e Sviluppo Tecnologico della Casa Sollievo della Sofferenza: <<Nel campo della ricerca siamo impegnati nel settore della genetica medica, nell’ambito del quale possiamo fregiarci del titolo di “Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico” e, da ultimo, nello studio delle cellule staminali cerebrali coordinato dal direttore scientifico Angelo Vescovi, con il quale abbiamo lanciato una massiccia campagna di raccolta fondi per finanziare la ricerca sulla Sla, la Sclerosi Multipla e numerose altre malattie neurodegenerative>>.

In chiusura l’intervento di Lucia Miglionico, medico nel reparto di Onco-ematologia Pediatrica: <<Più di 20 anni fa per curare un piccolo paziente malato di leucemia o di tumore dovevamo intraprendere i cosiddetti viaggi della speranza verso il nord. Oggi – ha concluso Miglionico – il nostro reparto, nato 13 anni fa con sole 3 stanze, è cresciuto molto, divenendo un punto di riferimento molto importante per tutta l’Italia centro-meridionale, che spesso accoglie anche i piccoli pazienti provenienti da paesi quali l’Albania e la Romania>>.

Nicola Fiorentino

Nella foto: da sinistra Lucia Miglionico, Francesco  Giuliani, Domenico Crupi e  don Giovanni D’Arienzo

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