Rubrica: LEggENDO VIAggIANDO

“Lo State of the World 2009. In un mondo sempre più caldo’ offre un barlume di speranza pur a fronte dell’avvilente certezza che siamo agli albori di un cambiamento epocale del clima, un effetto ‘collaterale’ che non avevamo messo in conto”. 2009: Anno internazionale del Pianeta Terra e “State of the World 2009 In un mondo sempre più caldo”, il rapporto sul progresso sostenibile del Worldwatch Institute, pubblicato dalle Edizioni Ambiente, ha come scopo quello di far apprendere le conoscenze degli scienziati sul fronte ambientale. Infatti, nell’opinione pubblica è dilagato una sorta di ‘negazionismo’ a causa del quale gli individui hanno una scarsa conoscenza scientifica sulla storia della Terra, questo perché, per interessi di parte, si tende a negare quanto la conoscenza scientifica ha sin qui raggiunto sull’analisi degli impatti che l’intervento umano ha prodotto sui sistemi naturali.

Nello State of the World 2009 si afferma che Paul Crutzer, premio Nobel per la chimica, ha definito “Antropocene” l’epoca geologica che stiamo vivendo, totalmente caratterizzata dall’intervento dell’uomo. In quest’epoca, nata nei primi anni dell’Ottocento, nella quale ”la forza nuova siamo noi, capaci di spostare più materia di quanto facciano i vulcani e il vento messi insieme […] Nell’Antropocene siamo noi il singolo fattore che più incide sul cambiamento del clima e della superficie terrestre. Non possiamo tornare indietro. Possiamo però studiare il processo di trasformazione in atto, imparare a controllarlo e tentare di gestirlo”, il mondo sta diventando un posto pericoloso. Ci sarebbe bisogno della sostituzione del modello economico, migliorando l’aspetto qualitativo, che favorisca lo sviluppo e si accinga a percorrere la strada del progresso futuro. In questo momento entra in campo lo sviluppo sostenibile, cercando di trovare un giusto equilibrio tra la produzione delle materie prime e l’assorbimento dei rifiuti, perseguirla evitando di indebolire la vitalità, l’adattabilità e la flessibilità dei sistemi naturali e dei sistemi sociali.


“Il cambiamento climatico oggi in atto costituisce certamente la ‘punta dell’iceberg’ del cambiamento ambientale globale e uno degli elementi più rilevanti dell’individuazione del periodo dell’Antropocene. Le profonde modificazioni indotte dall’intervento umano nella dinamica energetica del sistema climatico e del ciclo del carbonio, soprattutto nell’arco dell’ultimo secolo, costituiscono elementi di grande preoccupazione per il presente e per l’immediato futuro e richiederebbero urgenti e significativi cambiamenti nei nostri modelli di sviluppo socio-economico. ‘Lo State of the World 2009′ è dedicato a indagare questa problematica e a proporre le soluzioni concrete percorribili per imboccare le ’strade’ di una minore insostenibilità dei nostri modelli di sviluppo.”

“Gli impatti più rilevanti previsti sui sistemi umani e naturali riguardano le condizioni metereologiche estreme e la disponibilità idrica, con possibilità in molte regioni di picchi e ondate di calore più frequenti, cicloni tropicali più violenti e precipitazioni e inondazioni più intense.”

GS

State of the World 2009. In un mondo sempre più caldo, Edizioni Ambiente, euro 22

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