Folla di fedeli per le reliquie di Padre Pio a Singapore

Continua il viaggio delle reliquie di San Pio guidato da padre Ermelindo di Capua, il frate che per sei anni ha svolto il ruolo di interprete del frate di San Giovanni Rotondo. Dopo il grande successo del tour in Oceania che ha toccato le città di Geraldton, Perth, Adelaide,  Melbourne, Sydney e Brisbane in Australia e Auckland, Wellington e Christchurch in Nuova Zelanda, è stato  il turno della città-stato di Singapore.
Sono due le reliquie del frate di Pietrelcina giunte in Asia. La prima è una croce dorata contenente il sangue essiccato di una delle mani sulle quali il santo ha ricevuto le stimmate. La seconda è un guanto macchiato di sangue. Le reliquie, giunte direttamente dal Santuario di Santa Maria delle Grazie di San Giovanni Rotondo hanno incontrato una grande risposta da parte dei fedeli di Singapore, che in centinaia si sono recati in chiesa per rendere omaggio al frate e per chiedere la guarigione dei propri cari malati.
Singapore conta quasi cinque milioni di abitanti di  cui solo il 4,8 % di religione cattolica. Nonostante ciò, Padre Pio gode di ottima fama nella comunità cattolica che ogni mese organizza raduni nelle chiese sparse per la città dedicate alla Vergine di Lourdes, alla Madonna del Perpetuo Soccorso e al Santo Spirito. Proprio in quest’ultima, dove sono state custodite gli oggetti appartenuti a Padre Pio, si è svolto uno speciale triduo dal titolo: “Verso la Santità con S. Pio”.
Interessanti le testimonianze raccolte da Jeremy Lim per AsiaNews, come quella di Teresa Lee che ha portato il marito, Peter, in sedia a rotelle.  “Era molto malato – racconta  – e qualcuno gli ha detto di pregare Padre Pio”. “Dopo aver pregato il Santo ha avuto un veloce recupero”. La donna dice di aver assistito a  una specie di miracolo. “Ha avuto un ictus cerebrale – continua – ma ora può camminare per brevi distanze. ” Margaret Lourdusany, 56 anni, è da tre anni devota di San Pio. “Di lui – afferma – mi attrae l’umiltà con cui ha vissuto la sua vita”. “Toccare la reliquia – aggiunge – è come toccare il Santo che prega Gesù per noi e ci fa sentire più vicini a Cristo”.
Michele Alicino

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